Servizi

Terapia cognitivo comportamentale

Attualmente considerata uno dei più efficaci modelli per la comprensione e il trattamento dei disturbi psicopatologici. Al centro di tale approccio la relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti, come spiegazione dei disturbi emotivi (frutto quindi di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo). Distorsioni cognitive e rappresentazione soggettiva della realtà creano e mantengono i problemi psicologici, emotivi e comportamentali (non gli eventi). Tale psicoterapia aiuta i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con pensieri più funzionali. Il terapeuta lavora con il paziente per stabilire gli obiettivi della terapia e per identificare e mettere in discussione le modalità di pensiero che causano i problemi emotivi/comportamentali. La terapia si effettua a cadenza settimanale

La psicoterapia cognitivo comportamentale ha mostrato buoni risultati nel trattamento dei disturbi d'ansia, panico, fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo e della depressione, dove mostra efficacia equivalente alla terapia farmacologica con una percentuale ridotta di ricadute nel tempo. 

La psicoterapia cognitiva aiuta ad individuare i pensieri disfunzionali concomitanti alle emozioni spiacevoli provate dal paziente, integrandoli con pensieri più funzionali al proprio benessere.

La psicoterapia comportamentale aiuta a cambiare la relazione tra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive/comportamentali, tramite l'apprendimento di nuove modalità di risposta, l'esposizione graduale alle situazioni temute e il fronteggiamento degli stati di disagio.  

Logopedia

La logopedia (logos=parola; paideia=educazione) è quella branca della medicina che si occupa della prevenzione, della valutazione e del trattamento dei disturbi del linguaggio, della voce, della deglutizione e della comunicazione (sia verbale che scritta) e delle problematiche di apprendimento. 

La logopedista di occupa dei disturbi fonetici, della balbuzie e dei disturbi evolutivi del linguaggio, ovvero degli errori di pronuncia, del ritardo o della distorsione delle tappe di acquisizione del linguaggio e dei disturbi specifici dell'apprendimento.  

Alcune difficoltà di comunicazione, linguaggio ed articolazione possono verificarsi anche in età adulta o involutiva, in seguito a ictus, traumi cranici, malattie neurologiche o degenerative (es. malattia di Parkinson, sclerosi multipla). 

La logopedista si occupa anche di problemi della voce (disfonia), delle difficoltà di deglutizione (disfagia derivata da danni neurologici, traumatici, da alterazioni delle strutture della bocca, ...) e della deglutizione disfunzionale (o "infantile" in cui la lingua spinge contro i denti).  

La logopedista ha il compito di valutare le capacità comunicative/linguistiche e di predisporre il trattamento riabilitativo, all'interno di un progetto condiviso con una equipe multidisciplinare
 

Neuropsichiatria Infantile 

La Neuropsichiatria Infantile è una branca specialistica della medicina  che si occupa dello sviluppo neuropsichico e dei suoi disturbi (emozionali, cognitivi e comportamentali) negli individui in fase di sviluppo (da 0 a 18 anni). Prevede la presa in carico di patologie neurologiche e psichiatriche dell'età evolutiva, di origine ereditaria o acquisite dall'ambiente, che compromettono i processi di maturazione dell'individuo e dello sviluppo dell'area motoria, sensoriale, linguistica, intellettiva e relazionale. 

Il Neuropsichiatra Infantile si occupa di individuare ritardi e disturbi dello sviluppo. Attraverso l'anamnesi, il colloquio clinico, l'esame obiettivo neurologico e test/questionari osserva il bambino e valuta le possibili diagnosi e i rischi clinici. Coordina l'intervento di psicologi, logopedisti e neuropsicomotricisti nella gestione integrata degli interventi di riabilitazione.   

Si occupa di disturbi legati alle sfere neurologica, neuropsicologica, psicologica e psichiatrica dell'età evolutiva. In adolescenza interviene nei casi di anoressia, bulimia e depressione. 

Nello specifico, interviene nell'inquadramento diagnostico delle seguenti patologie

- in ambito neurologico: epilessia, cefalea dell'età evolutiva, malattie neurodegenerative e neurometaboliche, malattie del sistema nervoso periferico causate da infezioni o da patologie autoimmuni, malattie neuromuscolari, malattie vascolari del sistema nervoso centrale, danni cerebrali avvenuti nella prima infanzia, malattie metaboliche congenite, paralisi cerebrali, spina bifida, idrocefalo;

- in ambito psichiatrico/neuropsicologico: disabilità intellettiva, disturbo dello spettro autistico, disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività (ADHD), disturbi del comportamento alimentare, depressione, disturbi del comportamento, malattie psicosomatiche con sintomatologia neurologica.  

Disturbi Specifici dell'Apprendimento

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento quali dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono un gruppo di disturbi di origine neurobiologica e rientrano nella categoria dei disturbi del neurosviluppo. Possono presentarsi isolati o associarsi tra loro, in relazione a probabili basi genetiche comuni e ad anomalie parzialmente condivise dei circuiti neurofunzionali delle abilità di lettura, scrittura e calcolo (LG-389-AIP_DSA 2021). Sono disturbi circoscritti a domini cognitivi specifici che non interessano il funzionamento cognitivo generale, ma che compromettono molti ambiti del funzionamento cognitivo (attenzione, funzioni esecutive, memoria, accesso lessicale, ...). Si manifestano spesso in comorbilità con altri disturbi del neurosviluppo (es. ADHD, disturbo primario del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria). L'espressività dei DSA può presentarsi in modo diverso in soggetti diversi e variare nel tempo in relazione a fattori biologici ed ambientali (es. intervento rieducativo, stimoli provenienti dalla famiglia, ecc.). 

La diagnosi si basa sull'osservazione comportamentale e sulla misurazione testistica delle abilità di lettura, scrittura e calcolo (la comunità scientifica riconosce la loro origine neurobiologica, ma non sono ancora stati identificati marker biologici affidabili). La diagnosi di dislessia e disortografia può essere effettuata dalla fine della seconda classe della Scuola Primaria; per la diagnosi di discalculia bisogna attendere la fine della terza Primaria. Alla Scuola dell'Infanzia si possono osservare dei predittori di DSA, come difficoltà nell'orientamento spazio-temporale o nella coordinazione motoria. L'identificazione precoce è importante per contenere le manifestazioni disfunzionali del disturbo. Se non diagnosticati in modo tempestivo, i DSA possono comportare problemi psicopatologici (es. bassa autostima, senso di impotenza appresa, ansia/depressione) o comportamentali (quando associati all'ADHD) che interferiscono sull'adattamento personale e sociale.         

Nella Regione Marche, come previsto dalla L.R. n. 32/2012, della diagnosi si occupa una equipe multidisciplinare formata da Psicologo, Neuropsichiatra Infantile e Logopedista. 

I DSA si distinguono in base alla difficoltà specifica che comportano: Dislessia (disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo), Disortografia (disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nelle competenze fonografiche e ortografiche), Disgrafia (disturbo della grafia che si manifesta con difficoltà nell'abilità motoria della scrittura) e Discalculia (disturbo delle abilità di numero e calcolo che si manifesta con difficoltà nell'operare con i numeri).    

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